Martedì, 20 Marzo 2007 05:39

In attesa dell'edizione messicana del volume...

Scritto da  Gerardo

Mondo democristiano e mondo cattolico nel secondo novecento italiano, Firenze University Press, Firenze 2006.

Pubblichiamo qui di seguito una nota in cui A. Nesti, oltre a dar voce alla smentita che il prof. Corrado Corghi rivolge alle grossolane affermazioni sul suo conto riportate nel volume “Da Palazzo Venezia Alle Botteghe Oscure” dell’ambasciatore Antonello Pietromarchi, riporta la questione nella prospettiva della sua corretta comprensione.

“Corghi, l’esploratore del ‘900”, così intitola la sua presentazione Andrea Zambiano sul settimanale cattolico “La Libertà” Reggio Emilia, 10 marzo 2007, parlando appunto del volume scritto in forma di intervista da A. Nesti “Mondo democristiano, mondo cattolico nel secondo novecento italiano”. L’autore mette in evidenza la vasta e articolata azione svolta da Corghi saldando coscienza religiosa e azione politica in senso democratico, a campo aperto. L’azione del democristiano Corghi approda in Perù, in Bolivia, in Cile tessendo vaste relazioni con il mondo latino americano. Protagonista nel Dopoguerra italiano sarà un vero antesignano del rinnovamento delle battaglie per il rinnovamento del mondo cattolico ed ecclesiale.
È con piacere che ricordiamo l’importanza di questo suo libro che è il corso di traduzione in Messico.
Purtroppo l’opera di Corghi è stata oggetto di incomprensione: ne è una prova il terzo volume “Da Palazzo Venezia Alle Botteghe Oscure” dell’ambasciatore Antonello Pietromarchi (ed. Nuove Idee-Roma). A pag. 1073 l’ex diplomatico scrive: “Tra i cattolici del dissenso vi fu anche uno dei fondatori dell’Azione Cattolica, Corrado Corghi, nei primi anni sessanta segretario regionale in Emilia della DC, con quale ruppe. Amico di Che Guevara e di Fidel Castro, introdotto in Vaticano, frequentatore dei primi gruppi terroristici antesignani delle Brigate Rose, subì un pestaggio fascista. Ma negli anni novanta emerse che egli era uno dei fondatori della “Gladio Bianca”.

Che dire? Da piccoli siamo stati avvertiti a “Scherza coi fanti, ma lascia stare i santi!” La conoscenza non è un dato spontaneo e non c’è santo che giustifichi la leggerezza anche di un noto diplomatico.
Anche qui si è di fronte a notizie desunte un po’ dal giornalista BrunoVespa e un poco da Fasanela-Franceschini! L’informazione è priva di radici, di verità storica. Corghi a questo riguardo osserva: “Ho più volte scritto su questo sito internet che non sono il “fondatore” dell’Azione Cattolica e pertanto invito l’autore di leggere la storia dell’Azione Cattolica di G. De Rosa. Sono anziano ma non ho le decine e decine di anni in più del fondatore dell’Azione cattolica! Mi fanno onore ma purtroppo non sono mai stato “amico né di Fidel Castro né di Che Guevara e ho visitato Cuba solamente in delegazione culturale. A proposito del terrorismo ripeto ancora una volta che non sono stato un frequentatore dei gruppi terroristici antesignani delle BR ma che ho invece conosciuto negli anni 69-70 giovani reggiani dissidenti dal PCI e proprio quella conoscenza mi permise di tentare la liberazione del giudice Sossi e anni dopo di cercare la liberazione di Moro (un tentativo frustrato di responsabili governativi democristiani)”.
Nel libro in oggetto su questo ero stato netto, ma chissà cosa sarà necessario fare per il trionfo della effettiva verità storica. Ma il libro del Pietromarchi è davvero penoso. Bontà sua mi fa martire. Infatti, mi dichiara vittima di un pestaggio fascista. Lui solo sa come, quando è accaduto ciò che non è mai accaduto. Sulla mia appartenenza alla Gladio Bianca, poi, è pura fantasia!”

Questo Corghi tiene a dirlo “per correttezza” all’Ambasciatore Pietromarchi. Mi sia consentito aggiungere, da osservatore esterno, che non c’è rivestimento diplomatico che può coprire e giustificare le proprie lacune conoscitive. Ed è davvero penoso che tanta leggerezza investa anche chi dovrebbe avere il senso delle parole e delle “res traditae” e per di più in lavori che hanno la presunzione di rifare la storia del nostro recente passato. Che pena signor Ambasciatore!

(Arnaldo Nesti)
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